
Il lupo è un animale territoriale, ovvero definisce, mantiene e difende un territorio nel quale può soddisfare tutte le sue esigenze e quindi svolgere le normali attività quotidiane. In Italia in media i territori hanno dimensioni di 150-300 Km², ma la loro grandezza varia in base al tipo di ambiente che si presenta, infatti esso risulta inversamente proporzionale alla disponibilità di cibo e spesso è limitato da barriere di tipo antropico o fisico.
Il territorio in genere viene scelto dal branco in base alle sue potenziali risorse e poi difeso da lupi di altri branchi attraverso alcune strategie. Tra queste la prima ad essere utilizzata è certamente la marcatura odorosa, effettuata con feci e urina, con cui i lupi rivendicano la proprietà del territorio ma comunicano anche informazioni come il sesso ed il rango.
Anche l’ululato può essere utilizzato come una forma di comunicazione territoriale. Se tali meccanismi incruenti non sono sufficienti allora i lupi possono passare anche allo scontro fisico, che può arrivare all’uccisione dell’avversario, nei confronti di esemplari di altri branchi confinanti o di individui solitari di passaggio.
All'interno del proprio territorio ogni branco riconosce zone adibite a uno scopo ben preciso, in particolare sono presenti una o più tane utilizzate tradizionalmente dalla femmina dominante del branco per la nascita dei cuccioli e aree di ritrovo, dette “rendez-vous sites”, dove il branco si riunisce durante il giorno o dove vengono lasciati in sicurezza i cuccioli durante le cacce notturne degli adulti.
In ultima analisi, ottenendo la ripartizione dei branchi nello spazio, possiamo dire che la territorialità è di fatto uno dei meccanismi di regolazione delle popolazioni.
Prendendo in considerazione i fattori che determinano i cambiamenti nel numero di individui, della struttura demografica e delle densità delle popolazioni animali, analisi che costituisce l’oggetto dello studio detto “dinamica delle popolazioni” è facilmente intuibile che la popolazione del lupo in Italia, come di altri esseri viventi, è influenzata da molti parametri. In particolare è evidente che sebbene il numero di lupi nel nostro territorio sia aumentato negli ultimi quarant’anni, non bisogna pensare che esso possa crescere all’infinito.
La grandezza e la densità della popolazione dipendono infatti da più fattori: innanzitutto dall’abbondanza delle prede, poi dal fatto che in un branco si riproduce solo la coppia dominante e solo una volta all’anno, ed infine che la femmina dà alla luce 2 - 6 cuccioli per parto dei quali però spesso non tutti sopravvivono, perché soggetti ad una certa quota di mortalità nei primissimi stadi vitali.
Bisogna anche tener conto che, una volta adulti, sono molti i pericoli a cui gli individui vanno incontro durante la loro vita, soprattutto nel periodo della dispersione, cioè quando si allontanano dal branco e si spostano solitari in luoghi sconosciuti alla ricerca di un partner e di un nuovo territorio.
Possono infatti entrare in territori di altri branchi scontrandosi con i “legittimi proprietari”, rischiando anche la vita, oppure può capitare che non riescano ad alimentarsi o finiscano vittima di incidenti stradali, dovendo attraversare le molte infrastrutture viarie presenti nel nostro territorio. Un altro pericolo frequente che incontrano i lupi, anche durante la vita di branco, è quello di rimanere feriti dai selvatici, come caprioli o cinghiali, durante la caccia; e la guarigione di tali lesioni in natura non è assicurata.
Ma è ancora più frequente che rimangano vittime delle uccisioni causate dall’uomo, attraverso il bracconaggio con l’uso di trappole, lacci, veleno ed armi da fuoco.

