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BIOLOGIA

Perchè il Lupo preda gli animali domestici?

In un ecosistema le interazioni fra le specie sono molto complesse, talmente complesse che non si riesce facilmente a studiare le relazioni fra due specie isolandole dal contesto in cui si trovano. Innumerevoli fattori contribuiscono infatti a regolare la vita delle specie, sia biotici che abiotici.
Anche le relazioni fra le popolazioni di prede e predatore sono complesse e modulate dalla selezione naturale:
il predatore si specializzerà sempre di più al fine di catturare la preda, la preda dovrà continuamente evolversi per eludere la predazione.
Inoltre i sistemi preda-predatore non sono in un equilibrio statico, ma dinamico: le consistenze delle due popolazioni possono variare di anno in anno ma restare in equilibrio sul lungo termine.
Unghie, zanne, zampe atte alla corsa, occhi frontali, muscoli forti per la presa e l’attacco, tecniche e strategie di caccia sono tutti elementi tipici dei predatori.
Zampe veloci, corna, occhi laterali, comportamenti di allerta, segnali di allarme, ricerca di terreni di fuga sono alcuni esempi di specializzazioni delle prede.
Ma quando una specie preda è allevata e selezionata dall’uomo il meccanismo fra prede e predatore si rompe… l’uomo seleziona il bestiame per caratteristiche vantaggiose per l’allevamento: la grandezza, il pelo, la produzione di latte, la riduzione o mancanza di corna e così via a svantaggio di quelle che sono utili per sfuggire ai predatori, che finiscono per perdersi.
Addirittura, le tecniche e le strutture utilizzate per l’allevamento possono essere fatali per le “prede”.
Ad esempio, se un lupo s’introduce in un ovile in cui il lupo può entrare ma le pecore non possono uscire, esse non potranno scappare come farebbero normalmente delle prede in natura, lasciando che il predatore si diriga sull’esemplare più anziano o defedato, ma si ammasseranno su un lato del recinto soffocandosi fra loro o correranno intorno innescando nel predatore il comportamento di attacco e uccisione della preda.
In questi casi si verificano a volte uccisioni multiple, estremamente rare in natura. In generale fra animali selvatici e domestici il lupo sceglierà gli individui non più disponibili ma piuttosto più accessibili, e per la cui cattura è necessario un minor dispendio energetico.

 
 

 
 

STORIA

Il Lupo e la Pecora

 

L’allevamento della pecora è stato tradizionalmente per centinaia di anni una delle attività principali delle popolazioni montane. Migliaia di pecore fino ai primi decenni del secolo scorso riempivano i pascoli di belati.
La vita dei pastori si svolgeva in armonia con il ciclo della natura, d’inverno nei pressi del paese con le pecore nella stalla, d’estate in alpeggio, sui pascoli montani (foto a fianco di Matteo Luciani, tratta dal libro "Custodi Erranti"), una vita fatta spesso di sacrifici e rinunce.
Per alcuni le vie della transumanza erano dei veri e propri viaggi di centinaia di chilometri dalla montagna al mare e viceversa, per altri si trattava di una transumanza verticale, dal paese alle vette circostanti e in direzione opposta.
Il pastore allevava le pecore per il latte, ma anche per la carne, tradizione che ancora oggi in Italia centrale si è mantenuta.
Il pastore stesso produceva ricotta e formaggio, destinati alla vendita o al consumo familiare. Le greggi al pascolo erano sempre accompagnate dal pastore, ma tradizionalmente tutta la famiglia partecipava alla conduzione dell’allevamento.
I pastori conoscevano bene le tecniche per salvaguardare le pecore dai predatori naturali, come il lupo o l’orso. Ogni località aveva la sua razza di cani da guardiania.
Fra le molte razze di cani da pastore ora in estinzione il pastore abruzzese è invece sopravvissuto nei secoli e svolge con solerzia il suo lavoro ancora oggi, allevato sin da piccolo insieme agli agnelli che dovrà difendere da adulto. Tipico era anche il vreccale, il grosso collare di ferro con le punte acuminate che proteggeva il collo del cane dai morsi del lupo.
Le greggi si spostavano in morre, gruppi di non più di tre – quattrocento pecore con cani e pastore, il numero giusto per non perderle di vista e proteggerle dai predatori.
La sera le pecore venivano rimesse nello stazzo di pietra, dove passavano la notte al sicuro. Sebbene queste tecniche siano ancora utilizzate nelle terre dove il lupo non è mai scomparso, in altre aree se ne è persa totalmente memoria.
Le pecore sono lasciate al pascolo quasi sempre da sole, di notte e di giorno, in centinaia di capi in recinti ampi protetti da solo filo spinato. In queste condizioni per il lupo è facile agire, perché il lupo preda gli animali più vulnerabili e meno difesi anche in presenza di fiorenti popolazioni di ungulati selvatici.
Ripristinare la memoria di queste tradizioni è la chiave per una convivenza possibile fra il lupo e l’uomo.

 

 
 

CURIOSITA'

L’allevamento dei guardiani

L’allevamento dei cani da guardiania inizia precocemente: per sviluppare la naturale attitudine col bestiame data dalla razza selezionata, il cucciolo viene fatto nascere e crescere nella stalla, a contatto con gli altri animali. Sviluppa così l’affiliazione al gregge, del quale si sente parte e che per questo, una volta cresciuto, proteggerà.
Ogni giorno l’allevatore deve andare in stalla e controllare il rapporto tra bestiame e cane, ed eventualmente correggere comportamenti anomali.
La fase dell’allevamento dura qualche anno, solo alla fine si vedrà se l’individuo è effettivamente adatto al lavoro.

 
 

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