Tappa 12.
Ramo Ovest dell’Anello

Pescasseroli – San Donato Val di Comino

Segnavia del Parco
Distanza
Difficoltà

SI, C3, C1, D5, P1
18,5 km
Impegnativa se presente neve abbondante

Tempo di percorrenza

D+
D-
Quota Max


5 h e 30 min circa

528 m
932 m
1563 m slm

Fonte d'Acqua incontrata

Area Protetta attraversata

 

 

 

Fontanile La Difesa – Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Acquerello di Giampiero Pierini

Tappa lunga ma non faticosa, porta al bellissimo borgo di San Donato Val di Comino, nel versante laziale del Parco Nazionale.

Con una prima metà tra salite che alternano radure e boschi di faggio e strade bianche che costeggiano grandi pianori ed una seconda parte, in prossimità dell’area di Forca d’Acero dove la discesa per un’antica mulattiera costruita ad arte attraverso boschi di conifere e latifoglie miste con prevalenza di querce, ci accompagnerà fino alla mèta.

Incantevole sarà immergersi, dopo aver incontrato il bel fontanile de La Difesa (acquerello), il bosco di faggi vetusti, quasi patriarcali, e intravedere il Rifugio omonimo, con affianco una chiesetta in legno.

Il tutto è arricchito prima da un piccolo prato, balcone panoramico sul massiccio del Monte Marsicano e più avanti, in due tempi ben distinti, da vasti pianori, ricchi pascoli montani, suggestivi e lasciano libero spazio al vagare delle gambe e dei pensieri: Campo Rotondo prima e Campolungo poi.

E pensando ai declivi erbosi e belvedere sull’infilata di belle cime e valli sospese, per memoria glaciale, della Serra delle Gravare (foto) che ricoprono i pendii meridionali posti poco sotto il passo di Forca d’Acero, forse questa tappa della Via si potrebbe ben ricordare per i tanti deliziosi e vasti spazi aperti.

La lunga discesa verso il bel borgo di San Donato in Val Comino riserva ancora tante cose da ammirare, infatti la vegetazione arborea cambia, entrando in un esteso bosco di conifere; dove è però il paesaggio, sintesi del lavoro dell’uomo che governa e plasma la natura, che incanta. Infatti qui l’uomo ha costruito un  robusto e armonico camminamento, espressione dell’ingegno e della forza di volontà, dove gli alti muri a sassi ancora ben tenuti e che hanno rettificato l’andamento dei versanti e superato impluvi, rimangono a testimonianza di tutto ciò.

Così, giungere al bellissimo borgo è stimolo anche per approfondire la storie accumulatesi nel tempo, fatte di montanari e del loro rapporto antico con i luoghi severi e ripidi, ma anche di linee tedesche della seconda guerra mondiale e di attività mineraria.

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